Cosa è e cosa non è lo Shou Sugi Ban o Yakisugi
Ci teniamo a specificarlo: tra carbonizzare, bruciare e fare del vero Shou Sugi Ban ci sono differenze abissali, sulla cui ignoranza molti stanno cercando di lucrare vendendo legni indeboliti e rovinati da grossolani e improvvisati processi impropri e spacciati per originali Yakisugi.
Discorso a parte sono i legni Termotrattati, Autoclavati o Acetilati (vedi sezione nostro prodotto Esterni - Accoya), che appartengono ad altre tecnologie del legno e sono sicuramente validi, ma vertono su principi fisici differenti.
Lo scopo è garantire ai nostri clienti la qualità di un legno che duri nel tempo e necessiti della minore manutenzione possibile a fronte di una inattaccabilità da agenti atmosferici, funghi, insetti xilofagi... e che sia capace di rispettare i massimi principi di bio-sostenibilità ed eco-compatibilità.
Ma sopratutto vogliamo offrire bellezza ed eleganza.
Storia e cultura del legno carbonizzato
Facciamo subito chiarezza: Shou Sugi Ban non è bruciare superficialmente il legname, come spesso e in maniera del tutto erronea e fuorviante si vede in video “fai da te” su YouTube.
I Giapponesi, maestri di questa arte, costruivano camini di legno unendo a triangolo 3 tavole per poi metterle in verticale e dar loro fuoco dall’interno, perchè la superficie interna del costrutto bruciasse...e solo quando il maestro Yakisugi lo riteneva opportuno apriva i legacci e immergeva il legno in vasche di acqua fredda o compiva un immediato shock termico con una cascata di acqua fredda.
Il motivo dello shock termico è anche ciò che fa la differenza tra bruciare e fare del vero Shou Sugi Ban: molti pensano che si versi acqua per spegnere le fiamme, mentre lo shock termico crea una sorta di “costrizione strutturale” tale da modificare per sempre la struttura superficiale del legno.
Perchè il fenomeno potesse aver senso su tutta la tavola occorreva poi ripetere sull’altra faccia della plancia il medesimo trattamento. Lasciare in esterno un tavolame non carbonizzato su 4 lati rende debole la faccia non protetta. Ma a questo si può parzialmente sopperire applicando sulla facciata non carbonizzata un trattamento a olio o con impregnante ad acqua che lo preservi almeno temporaneamente. Oggi poi si dispone di nanotecnologie a base naturale, anche se questo ovviamente non mette il nostro legno a riparo per sempre, e soprattutto se la facciata non carbonizzata viene montata verso un muro, non è poi possibile farne manutenzione.
Moderne tecniche e forni industriali su misura
Diffidate quindi di cose come quelle rappresentate dalle seguenti immagini perchè questo non è Yakisugi o Shou Sugi Ban, ma semplice “sbruciacchiare” superficialmente il legno, indebolendone la struttura, rendendola rigida e cristallizzandone le fi bre. Bruciare in superfi cie il legno non da un reale vantaggio in termini di resistenza, ma solo un aspetto esteticamente simile alla tecnica giapponese. Sopratutto usando il buon senso appare palesemente poco “furbo” e salutare eseguire opere di carbonizzazione con fiamma a gas all’interno di capannoni e nella prossimità di materiale infi ammabile o peggio ancora su un prato o vicino a delle piante...
Quello che la corretta tecnica Shou Sugi Ban si prefi gge è modifi care la superfi cie del legno: perchè sia chiaro che non stiamo lavorando in profondità, ma pochi decimi di millimetro sotto la superfi cie visibile del legno.
A questo fi ne le aziende estere con cui collaboriamo e che abbiamo nel tempo selezionato per diretta esperienza, hanno costruito importanti strutture produttive, in cui il forno industriale per la carbonizzazione è solo una parte (foto 10 e 11) ma a questo fanno da supporto imponenti sistemi industriali di aspirazione fi ltrata per i fumi estinguenti dello shock termico, e apparati di recupero del pesante residuo di legno carbonizzato nel fondamentale processo di spazzolatura e ripulitura del legno.
Un normale aspiratruccioli si intaserebbe in 5 minuti, e la polvere di legno carbonizzato andando nell’aria sarebbe nocivo alla salute degli operatori.
IMPORTANTE: Non tutto è a favore della tecnica giapponese...occorre sapere che la carbonizzazione rende comunque il legno meno fl essibile, più disidratato, più duro, quindi rigido e fragile.
Occorre tenerne conto quando si monta questo tipo di legno, preferendone alcune essenze rispetto ad altre per via delle intrinseche caratteristiche (ad esempio in giappone si usava principalmente il cedro (da cui il nome Shou Sugi Ban: ossia “assi di cedro bruciato”), il larice e l’Accoya sono i legni migliori, anche se molti usano per esterno legni di pino, abete, rovere ed altre essenze che poco si prestano alla stabiità dopo processi di bruciatura controllata.
Per questo motivo gli elementi portanti di strutture in legno non possono essere carbonizzati, e preferibilmente nemmeno le strutture di reticolo e gli orditi di moraletti e travetti su cui fi ssare le tavole di legno carbonizzato per rivestimento da esterni.
I forni industriali di cui si servono i professionisti hanno il vantaggio di eff ettuare la carbonizzazione su 3 o anche 4 lati contemporaneamente a secondo di dove e come vada montato, e hanno il vantaggio di contenere i fumi con l’aspirazione di potenti e onerosi impianti industriali e poter praticare lo shock termico subito dopo la carbonizzazione aspirandone i fumi.
Effetti speciali per interni
Anche su questo sito abbiamo proposto alternative colorate e di legni ossidati che simulano un effetto anticato, ma vogliamo essere chiari: non è un legno con le medesime prestazioni del carbonizzato Yakisugi-Ita ma solo una nostra interpretazione stilistica e puramente estetica da usare soprattutto all’interno, o all’esterno ma con la consapevolezza che sarà nel tempo necessaria una maggiore attenzione alla manutenzione rispetto ad un legno carbonizzato e trattato. Ovviamente anche i costi sono assai inferiori, e invitiamo comunque chi volesse a farci richiesta di campionature da valutare.
Cosa non è lo Shou Sugi Ban
Se siete arrivati a leggere fi no a qui significa che siete davvero interessati, e allora quale migliore chiusura di questa presentazione se non mostrarvi qualcosa da cui prendiamo fortemente le distanze ma che onestamente ci ha fatto fare anche una sana e sincera risata: buona visione